Giorgio Vasari ha affrescato la grande parete est del Salone dei 500 illustrando mirabilmente la vittoria fiorentina della Battaglia di Marciano, battaglia cruentissima, dove cadde definitivamente Siena e Firenze divenne potenza assoluta in mano alla famiglia de’Medici.
Su di un vessillo in alto si può leggere “Cerca trova”. Si narra che il Vasari lo abbia scritto dando un indizio per cercare il dipinto della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci che sarebbe dovuto essere sulla stessa parete, sotto al suo.
I fiorentini, governati dalla famiglia de’ Medici nel 1554 inviarono l’ esercito nella zona di Arezzo che si era ribellata, suscitando le paure dei senesi. Siena, che sino ad allora era riuscita a conservare la propria indipendenza, temeva ora di essere annientata. Pertanto organizzò un contrattacco e, occupati Lucignano e Chiusi, le truppe senesi comandate da Piero Strozzi puntarono su Marciano, accerchiandolo. Ma i fiorentini avevano munito la rocca con un presidio di mille fanti. Il comandante della piazzaforte Lattanzio Pichi, temendo di essere sconfitto si arrese allo Strozzi. Poco dopo cadde anche Foiano. Il Marchese di Marignano, fedele ai Medici, accampato all'assedio di Monte San Savino, si spinse verso Marciano per attaccare lo Strozzi. Un enorme numero di uomini venne a trovarsi tra Marciano e Pozzo. Il 1° agosto del 1554. I due schieramenti, in pieno assetto di guerra e forti di decine di migliaia di uomini vennero allo scontro. Le truppe senesi vennero sopraffatte e in parte annientate. Questa grande battaglia del '500 passò alla storia come Battaglia di Marciano, perché la rocca venne ad essere il riferimento della battaglia.
A ricordo della grande battaglia che sconfisse definitivamente Siena, Cosimo I ordinò al Bartolomeo Ammanati di edificare un tempio nel luogo della vittoria e una colonna marmorea venne eretta in Firenze, in piazza S. Felice. La fedeltà a Firenze fu ripagata col permesso di poter apporre sullo stemma comunale lo stesso Giglio di Firenze. Marciano restò dominio di Firenze sino al 1860.